Farmaco o bisturi?
Novità importanti che possono cambiare la medicina, spostando la soluzione dalla chiurgia alla terapia farmacologica.
Negli anni Sessanta e Settanta la gastrectomia parziale per ulcera gastrica era una delle operazioni più comuni nei reparti chirurgici di tutto il mondo: si tagliava lo stomaco perché nessuno sapeva come spegnere l’acidità che lo corrodeva.
Poi arrivò la cimetidina, il primo antagonista dei recettori H2, e con un meccanismo d’azione apparentemente semplice fece crollare la necessità di intervento chirurgico in pochi anni. Dove un tempo si prenotavano liste operatorie lunghe come rosari, improvvisamente comparve il vuoto, e l’ulcera, da minaccia anatomica, divenne un fastidio farmacologicamente gestibile. La chirurgia non scomparve del tutto, naturalmente, ma diventò l’eccezione.
È un precedente storico che molti osservatori evocano oggi con una certa prudente curiosità: se l’inibizione dell’acidità gastrica ha spiazzato la gastrectomia, c’è la possibilità di eliminare il bisturi nel trattamento dell’obesità molto grave?

